Open Data, il terzo incontro di digitalizzazione dell’Amministrazione Pubblica

Si è concluso il percorso formativo previsto per la Pubblica Amministrazione in tema Open Data organizzato da AVATAR, Alleanza per le Azioni in Rete. Vi raccontiamo il terzo incontro tramite le parole di un partecipate di Cittadini Giornalisti Digitali.

Con il 3 Giugno 2021 si conclude la serie di incontri formativi sugli Open Data organizzato da AVATAR. Nel primo incontro si è affrontato il tema dell’importanza di formare la Pubblica Amministrazione riguardo a questa tecnologia e quale sia l’attuale realtà di partenza, si è poi proseguito nel secondo incontro con un’analisi degli elementi che compongono gli Open Data e degli strumenti per produrli correttamente.

Durante l’ultimo incontro, Maurizio Napolitano, tecnologo e coordinatore del Digital Commons Lab e della Fondazione Bruno Kessler, ha ribadito l’importanza di questo tipo di informatizzazione, presentando degli strumenti per poter scegliere quali saranno i gruppi di dati più efficienti e con maggiori risultati.

“Aprire i dati significa impatto sui processi”, ha spiegato Napolitano, ricordando che uno dei pregi principali di una politica di Governo Aperto è innanzitutto la paragonabilità dei risultati tra diversi enti ed organi, motivando tutti ad un maggiore impegno.

L’incontro è proseguito analizzando pragmaticamente come capire se i dati che vogliamo raccogliere ci daranno poi valore in futuro.

Partendo dai risultati di una ricerca degli anni ‘60 negli Stati Uniti d’America sui pregi/difetti del voto elettronico, è stata identificata la seguente equazione che può essere applicata anche agli Open Data: le probabilità (P) moltiplicate per i benefici (B), sommati all’ impatto globale (D) che i risultati avranno, devono superare i costi (C): in questo caso possiamo sperare che il lavoro svolto avrà un’applicazione positiva.

Con probabilità si intende quanto l’apertura dei dati possa dare reali effetti, con benefici invece quali sono i pro di questa apertura. E’ soprattutto con la prima parte che si possono incentivare i soggetti, motivando il loro interesse negli Open Data. Con impatto globale invece si intende come l’apertura influenzi l’ecosistema che ne potrebbe usufruire, in questo rientra anche un senso di dovere, una volontà a voler migliorare la qualità di vita delle persone.

Lo schema seguente illustra di cosa possano essere composti i vari elementi di questa equazione.

https://medium.com/@sahuguet/p-b-d-c-1218ee894400 (in italiano)

Parlando dei costi, Maurizio Napolitano ha ricordato che “innovare costa fatica, quando si cambia qualcosa, questo deve creare nuove opportunità” e ha proseguito puntualizzando che tra i detrattori, una delle voci che ostacola di più questo progresso, sono i rischi legali. Tuttavia, questi dubbi e tentennamenti sono spesso dovuti ad una limitata conoscenza dell’argomento.

Infatti il coordinatore del Digital Commons Lab ha ribadito che per elaborare questi dati vi sono delle regole semplici, che se rispettate permettono di lavorare con questi dati in completa sicurezza.

Francesca De Chiara, ricercatrice per Digital Commons Lab e Fondazione Bruno Kessler, ha a sua volta aggiunto come esistano già per gli enti municipali dei report su costi e benefici nell’uso degli Open Data.

Parlando poi di benefici, se si vuole che accadano, dobbiamo concentrarci sui dati e sulla loro qualità. Questo è fondamentale, perché gli Open Data sono un mezzo e non un fine a se stesso. Ogni squadra dovrebbe prima focalizzare un obiettivo chiaro e poi iniziare la raccolta dei dati necessari al suo raggiungimento.

Il pericolo è quello di incappare in laboriose ricerche che hanno deboli o nessuna applicazione, atte solo allo scopo di soddisfare dei requisiti governativi o istituzionali, quando, con le stesse risorse, insieme ad un’accurata decisione iniziale, si possono ottenere risultati virtuosi.

L’incontro si è concluso con degli interessanti esempi pratici, presentando come numerosi strumenti gratuiti esistano già online per raccogliere ed elaborare gli Open Data, con applicazioni che potrebbero sembrare incredibili a molti ma già disponibili al pubblico liberamente e con diversi tutorial online.

Alcuni dei link usati nell’esercitazione:

  • https://dati.veneto.it/ (raccolta di dataset aperti riguardanti la regione Veneto)
  • http://geojson.io/ (strumento online per creare, vedere e condividere mappe, il nome deriva da GeoJSON, un formato open source di dati)
  • https://mapshaper.org/ (editor online per convertire diversi formati di file in altri file con specifici dati per mappe)
  • https://rawgraphs.io/ (strumento open source per la visualizzazione dei dati con lo scopo di rappresentare informazioni complesse in una maniera semplice e comprensibile)
  • http://umap.openstreetmap.fr/it/ (strumento online che permette di creare mappe con livelli OpenStreetMap velocemente e poi inserirle su un proprio sito)

Filippo Zen, CGD